La storia dello Shiatsu
Lo shiatsu, tecnica manuale basata sulle pressioni portate con i pollici, i palmi delle mani, i gomiti e, in alcuni stili con nocche, ginocchia e piedi, affonda le sue radici nelle forme di manipolazione e massaggio tradizionali orientali, come l’am-ma, l’an-fa, il tui-na cinese ecc.Si differenzia da queste forme (e questo è il motivo per cui non è corretto definirlo massaggio) perché si è caratterizzato alla sua nascita, che risale al periodo tra le due guerre mondiali, per la staticità della pressione portata, che entra perpendicolarmente alla superficie del corpo trattata; non esistono pertanto nello shiatsu sfregamenti, impastamenti, manipolazioni vertebrali ecc.; le pressioni entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata “risponde”, recuperando e manifestando “dal profondo” le proprie risorse vitali. Espressioni tipo “lo shiatsu stimola la capacità di autoguarigione”, oppure “lo shiatsu produce un risveglio vitale” rendono l’idea dell’effetto benefico globale che un trattamento shiatsu, ben eseguito, può produrre nell’individuo. Negli anni sessanta, stante la diffusione e la popolarità raggiunta dallo shiatsu un Giappone, il Ministero dell’Assistenza Sociale nipponico ne codifica le caratteristiche definendolo: “Lo shiatsu è un trattamento nel quale si adoperano i pollici e i palmi delle mani per esercitare pressioni su determinati punti, allo scopo di correggere irregolarità dell’organismo, di conservare e migliorare lo stato di salute e a contribuire alla cura di taluni stati morbosi”. Negli anni settanta lo shiatsu si diffonde in America e in Europa, raggiungendo anche l’Italia dove trova un ambiente particolarmente favorevole alla propria diffusione e al proprio sviluppo; in un primo momento nella forma di “terapia alternativa” come risposta alla crescente domanda di salute e alla crisi di credibilità della medicina istituzionale. Negli anni ’90 lo shiatsu in Italia ha sviluppato un percorso autonomo che ha prodotto forme e tecniche originali e soprattutto lo ha portato a creare e a crearsi un nuovo spazio non direttamente legato alla cura delle malattie; ma più propriamente finalizzato allo sviluppo di uno stato di “miglior vitalità e benessere”, di “ottimizzazione delle risorse personali”, contribuendo a strutturare e ad espandere un settore “a latere”, ma diverso e autonomo, all’ “universo sanitario”, un settore che possiamo etichettare come attinente alla “qualità della vita”.
Gli Stili
Lo shiatsu ha assunto differenti caratterizzazioni in base alle condizioni culturali e alle tipologie fisiche incontrate nelle diverse aree geografiche.
In Giappone la tecnica è caratterizzata da una forma fissa, il kata, che viene ripetuta con poche varianti su tutte le persone; le pressioni sono intense, spesso oltre la soglia del dolore nella ricerca della massima efficacia; l’effetto generale è prevalentemente tonificante; è in genere una tecnica molto efficace ma difficilmente un occidentale accetta certi livelli di sofferenza fisica. Infatti gli stili originari giapponesi, in particolare il metodo Namikoshi, non si sono diffusi in occidente.
In U.S.A. lo shiatsu si è modificato adattandosi alle richieste e alle aspettative di quel popolo; si è in pratica trasformato in un trattamento piacevole e rilassante, ma sostanzialmente privo di efficacia profonda.
Nella pratica shiatsu americana (lo stile Ohashi ne costituisce l’esempio più evidente) sono praticamente scomparse le pressioni intense e si è arricchito di stiramenti, mobilizzazioni articolari, dondolamenti ecc., indubbiamente piacevoli ma scarsamente efficaci sul piano del “risveglio energetico”; tutto ciò ha confinato la pratica shiatsu nel mondo dei massaggi rilassanti, limitandone pesantemente il mercato.
In Europa lo shiatsu, rispondendo alla domanda sociale di salute che si era diffusa negli anni settanta come reazione alla crisi di fiducia nei confronti della sanità pubblica, si é subito qualificata come terapia alternativa, affiancandosi a tutte le altre pratiche mediche non convenzionali (omeopatia, fitoterapia, chiropratica, osteopatia ecc).che in questi anni si sono sviluppate ed hanno conquistato una vasta area di mercato, imponendosi anche a livello istituzionale. Ha conosciuto in questa forma un notevole successo che lo ha portato ad una diffusione senza precedenti in occidente e gli ha restituito la dignità di pratica incisiva ed efficace. Ma oggi rischia di perdere le sue possibilità di sviluppo, venendo confinato negli ambiti ristretti dell’universo sanitario, inadeguato sia come universo culturale (lo shiatsu non è direttamente finalizzato alla cura delle patologie) che come potenzialità di proposta al pubblico; anche perché, impostando lo shiatsu come terapia alternativa, gli operatori hanno spostato la loro attenzione dalla qualità ed efficacia delle pressioni agli aspetti di diagnosi e terapia (mutuate per lo più dalla medicina cinese), perdendosi in analisi astratte e speculazioni teoriche. Il “terapista shiatsu” europeo odierno lavora più con la testa che con pollici e gomiti, è più esperto di teorie cinesi che abile nella manualità e tutto ciò ha gravemente menomato la capacità di impatto immediato e concreto che costituisce la forza dello shiatsu.
L’effetto
Lo shiatsu costituisce una risposta, semplice e alla portata di tutti, alla domanda sociale di “miglior qualità della vita”; tutto ciò, oltre a rispondere alla crescente domanda sociale di “benessere in modo naturale”, ha creato una reale opportunità di occupazione in notevole espansione visto che allo shiatsu non si rivolgono più solo i “disperati che le han provate tutte” o gli “alternativi-naturisti-amanti dell’orientale” ma tutti coloro che hanno riscontrato i benefici effetti nella quotidianità della vita del “risveglio vitale” prodotto da un buon trattamento shiatsu. Benefici effetti che si possono tradurre esemplificando in: allentamento delle tensioni, sensazione di calore e leggerezza, lucidità della mente e miglioramento dell’umore, maggior energia e voglia di fare ecc.; in una frase “piena espressione delle potenzialità umane di ogni individuo”…Lo shiatsu è stato portato con grande successo nelle cliniche di riabilitazione motoria, negli istituti geriatrici, nelle comunità di recupero dalle tossicodipendenze, nei centri di cura per handicap mentali e in tutti gli ambiti di disagio fisico e psichico; ma anche nelle palestre, nelle scuole di yoga o altre discipline corporee, nelle aziende, nei club sportivi e in tanti altri ambiti dove operano persone “normalmente sane”, o addirittura “particolarmente sane” come sportivi e atleti; in tutti i casi il gradimento e i benefici riscontrati sono stati notevoli. Per l’impiegato e la casalinga giapponese, fare lo shiatsu è una buona abitudine in qualsiasi condizione di salute si trovi; anche in Italia e in Europa si sta costruendo questa sana abitudine; ma una condizione perché ciò avvenga sta’ nella qualità degli addetti, nella loro preparazione rigorosa, nella solidità ed esperienza degli istruttori e dell’ente preposto alla formazione degli operatori che operano ed opereranno nel prossimo futuro.